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Presenza speciale, coccole e fusa: ecco come il nostro gatto ci fa stare bene

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Era il lontano 1991 quando la ricercatrice americana Karen Allen e i suoi collaboratori parlarono per la prima volta di “effetto pet”, pubblicando i risultati di uno studio volto a comprendere l’influenza della presenza di altri individui sullo stress. In particolare, l’obiettivo era fare chiarezza sulle caratteristiche che permettono di percepire l’altro come un’effettiva fonte di supporto sociale, capace di ridurre l’attivazione del sistema nervoso autonomo in una situazione che faceva sentire le persone sotto pressione.

L’ipotesi di fondo suggeriva che la semplice presenza di qualcuno non sarebbe bastata a mitigare lo stress, ma che sarebbe stato fondamentale poter avere accanto un individuo che fosse percepito come non giudicante. E chi, se non un animale da compagnia, può dare questa garanzia?

In questo caso, si scelse di chiedere alle partecipanti, tutte donne, di eseguire un compito aritmetico in presenza del proprio cane o di un’amica, per poi confrontare le due situazioni. I risultati dimostrarono come la sola presenza del pet, che in questo studio non veniva mai accarezzato, fosse sufficiente a ridurre la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e la conduttanza cutanea delle persone impegnate nel compito stressante, che ottenevano anche una prestazione migliore. Ciò non accadeva in presenza dell’amica, situazione in cui questi indici di stress aumentavano e la prestazione peggiorava.

Come si spiega? I ricercatori ipotizzarono che la presenza dell’amica potesse indurre la preoccupazione di essere valutate negativamente, mentre usarono l’espressione “effetto pet” per descrivere lo stato di rilassamento indotto dalla semplice presenza del cane, dovuto al suo atteggiamento sicuramente non giudicante e alla capacità di evocare emozioni positive.

Da allora, le ricerche sugli effetti degli animali da compagnia sullo stress e sul benessere generale delle persone non si sono mai fermate e hanno coinvolto uomini e donne, bambini, adulti e anziani, cani, gatti e altri animali, allo scopo di comprendere le potenzialità e i limiti di queste particolari relazioni affettive, nonché i meccanismi che sottostanno ai benefici. Alcuni studi hanno anche iniziato a esaminare le peculiarità dei legami con particolari specie animali, soprattutto cani e gatti, e le attività connesse alla loro cura che comportano maggiori benefici per i proprietari.

Recentemente, una ricerca condotta nel Regno Unito ha indagato l’effetto sul benessere delle persone di alcune attività specifiche relative alla condivisione della propria vita con un gatto. I risultati confermano “l’effetto pet” descritto da Karen Allen in relazione alla compagnia dei cani, evidenziando come per le persone la semplice presenza del proprio gatto sia in grado di trasmettere sensazioni di calma e rilassamento, di ridurre la tristezza e di aiutarli a far fronte alle pressioni quotidiane. Inoltre, tra le attività più spesso indicate dai partecipanti come fonte di benefici spiccano le “interazioni tattili”, ovvero coccolare e accarezzare il gatto, tenerlo in braccio e abbracciarlo. In queste situazioni, le persone riportano di sentirsi felici e tranquille, di provare un senso di soddisfazione e di maggiore accettazione di sé e di sentirsi più in grado di far fronte allo stress.

A questo proposito, ulteriori studi hanno dimostrato che accarezzare un animale da compagnia riduce l’ansia e lo stress, ci rende più tranquilli e migliora il nostro umore. Tali effetti sembra che siano mediati dal rilascio di Ossitocina, una molecola prodotta dall’ipotalamo e nota come “ormone dell’amore”.

Scoperta all’inizio del XX secolo, inizialmente se ne comprese l’importanza solo in relazione al travaglio e all’allattamento, situazioni in cui induce le contrazioni uterine e la produzione di latte a seguito dell’intensa stimolazione dei nervi sensoriali. Oggi sappiamo che questo ormone viene rilasciato anche in risposta a scambi affettuosi che implicano stimolazioni sensoriali più lievi: si pensi, ad esempio, alla pressione leggera o al calore trasmessi dal contatto pelle a pelle o dalle carezze durante uno scambio di effusioni. Questo vale per gli esseri umani come per gli altri mammiferi e si verifica anche nelle relazioni tra specie diverse, come quelle che ci legano ai nostri animali da compagnia.

Durante le coccole, l’Ossitocina inibisce l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e del sistema nervoso simpatico, riducendo la risposta allo stress e inducendo un senso di calma e benessere: i livelli di cortisolo e la pressione sanguigna diminuiscono, l’ansia si riduce e persino la soglia del dolore aumenta. Anche le interazioni sociali beneficiano dell’effetto di questa sostanza, che rende le persone più predisposte al contatto con gli altri, più abili nell’interpretarne le emozioni e più fiduciose.

Nel caso delle interazioni con i gatti, non possiamo infine tralasciare un’altra importante fonte di benessere, ben nota a chiunque abbia condiviso la propria vita con i felini domestici: le fusa! Sebbene non se ne sia ancora del tutto compresa la funzione, i proprietari le apprezzano in modo particolare, in virtù della capacità di queste speciali vibrazioni di trasmettere calma, conforto e appagamento.

Di fronte a queste evidenze, non stupisce che l’affettuosità sia la caratteristica che le persone gradiscono di più nei propri gatti!

Dobbiamo tuttavia resistere alla tentazione di “strapazzare di coccole” i nostri amati felini ogni qualvolta sentiamo il bisogno di un po’ di relax: ricordiamo infatti che ogni relazione equilibrata si basa sulla reciprocità e sul rispetto delle esigenze e dei tempi dell’altro, umano o animale che sia. Pertanto, non forziamo mai il nostro gatto al contatto e prestiamo attenzione ai segnali che indicano che anche lui o lei vive le nostre coccole come uno scambio positivo e appagante.

 

Bibliografia

Allen, K. M., Blascovich, J., Tomaka, J., & Kelsey, R. M. (1991). Presence of human friends and pet dogs as moderators of autonomic responses to stress in women. Journal of personality and social psychology, 61(4), 582.

Beetz, A., Uvnäs-Moberg, K., Julius, H., & Kotrschal, K. (2012). Psychosocial and psychophysiological effects of human-animal interactions: the possible role of oxytocin. Frontiers in psychology, 3, 26183.

Nagasawa, T., Kimura, Y., Masuda, K., & Uchiyama, H. (2023). Effects of interactions with cats in domestic environment on the psychological and physiological state of their owners: associations among cortisol, oxytocin, heart rate variability, and emotions. Animals, 13(13), 2116.

Ravenscroft, S. J., Barcelos, A. M., & Mills, D. S. (2021). Cat-human related activities associated with human well-being. Human-Animal Interaction Bulletin, (2021).

Serpell, J. A. (1996). Evidence for an association between pet behavior and owner attachment levels. Applied Animal Behaviour Science, 47(1-2), 49-60. 

 

Tips & Tricks

  • Era il lontano 1991 quando la ricercatrice americana Karen Allen e i suoi collaboratori parlarono per la prima volta di “effetto pet”, pubblicando i risultati di uno studio volto a comprendere l’influenza della presenza di altri individui sullo stress. In particolare, l’obiettivo era fare chiarezza sulle caratteristiche che permettono di percepire l’altro come un’effettiva fonte di supporto sociale, capace di ridurre l’attivazione del sistema nervoso autonomo in una situazione che faceva sentire le persone sotto pressione.

  • I nostri amici gatti ci danno non solo amore e affetto, ma ahimè possono ospitare molti parassiti, di cui alcuni sono trasmissibili all’uomo; e da dove vengono questi parassiti?

    A volte dall’ambiente, in cui resistono per lunghi periodi, a volte tramite il contatto con altri gatti/cani, a volte tramite l’ingestione di piccole prede che fungono da ospiti intermedi (lucertole, uccellini…).

  • Come tutti i veterinari ricordano, i gatti non sono piccoli cani, per cui anche a livello di salute e vaccinazioni hanno necessità differenti. Bisogna ricordare che lo scopo dei vaccini è di far sì che il sistema immunitario dell’animale funzioni appieno da difesa nei confronti di patologie pericolose e ad alta diffusione.

  • Arriva la bella stagione e il caldo! Non solo per noi, ma anche per i nostri amici gatti questa situazione può risultare fastidiosa. Il gatto, infatti, non ama i climi estremi ma preferisce una temperatura mite (o con tendenza al freddo, in gatti come il Norvegese delle Foreste o il Siberiano).

    Un aspetto importante da considerare quando si alzano le temperature è l’idratazione: questo perché i gatti sono animali che tendono a bere molto poco, e in primavera – estate rischiano di disidratarsi.

Prodotti

  • Descrizione

    Zylkene® Plus è un mangime complementare che aiuta a rilassare cani e gatti in situazioni difficili e ricorrenti, nel lungo termine.
    Grazie alla sua formula potenziata, Zylkene® Plus può essere un valido supporto in situazioni di disagio difficili o in qualsiasi circostanza la routine dell’animale venga turbata nel lungo termine.

    Situazioni nel lungo termine:

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    Zylkene® è un mangime complementare che aiuta a rilassare cani e gatti in caso di cambiamenti nello stile di vita e situazioni difficili che possono creare disagio.
    Zylkene® può essere un valido supporto in situazioni di disagio nel breve termine in qualsiasi circostanza la routine dell’animale venga turbata.

    Situazioni nel breve termine: